Il 26 marzo 2021 esce in tutti gli stores digitali “Acoustica. Codex Metastasio Post Box”, il nuovo album di Rodolfo Montuoro. Ecco la recensione su “MusicMap”
di Max Casali

Rodolfo Montuoro non è artista da trattare con superficialità, perché il suo estro creativo va scandagliato in profondità per poterne ricavare l’humus progettuale e scoprirne, conseguentemente, il significato recondito. Inoltre, non saprai mai quando si usufruirà della sua arte eclettica, poiché tra un disco e l’altro possono passare dai 3 ai 7 anni ma, quando arriva, abbiamo la bella certezza d’impattare opere affidabili e virtuose. Anche nel nuovo lavoro “Acoustica (Codex Metastasio Post Box)” fa ricorso a dotti riferimenti incentrando, stavolta, il succo narrativo intorno alla figura di Metastasio, poeta e riformatore del melodramma italiano, che incarna nel nome l’etimo del mutamento e della cangianza ed è considerato il precursore dell’improvvisazione scritturale in libero arbitrio tornando, inoltre, all’amore per i poeti baschi e Dante, Henry Barbusse e Ottiero Ottieri. E poi, va dato atto al Nostro di sapersi riproporre con nuove alchimie per dare costrutto alla sua arte, con impegno immane e stratagemmi visionari, e ogni volta ci si chiede se ci sarà mai un’ulteriore sterzata compositiva perché, ogni volta, è una storia a sé, spremuta in un frantoio cerebrale che dà la sensazione di un canto del cigno ma, invece, Montuoro ci smentisce sistematicamente. A sostegno del nuovo album c’è il traliccio qualitativo di quel geniaccio di Maurizio Marsico, uno dei masters della scena d’avanguardia, che coagula sapientemente in musica i concetti di spazio e tempo, fornendo così quell’assist collaborativo che serviva, per controbilanciare lo slancio eclettico e colto cui Rodolfo anela da sempre, senza, però, farlo con la spocchia del virtuoso ma, semmai, ben indirizzato per ambire verso sorprendenti cimenti scritturali. I pezzi dell’opera sono battezzati e racchiusi in un “Codex”, come se ognuno fosse criptato da combinazione segreta per individuarne l’imo ispirativo del titolo dell’album, il quale ingloba una miriade concettuale tra l’udire e il percepire, tra pulsione e sapere cognitivo, tra istinto e ragione, tra intenzione e ritenzione immaginifica. Da “Il volo” (di Codex 001) a “La poesia” (di Codex 010) ondeggia un mare tranquillo ed etereo, che dista anni luce da scelte maliziose e di facile mercato, come se il tempo fosse beatamente inchiodato a epoche “lente” che riluttavano la riflessione ansiogena per concepire la nascita di capolavori imperituri. “Acoustica (Codex Metastasio Post Box)” è quindi un disco forbito, avveniristico, un disco non-disco, dall’apice artistico disarmante, che approda nel porto del raro anacronismo scritturale. In due parole: assoluto e onnisciente.
Max Casali, “MusicMap”, 2021
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