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“Cuori di notte”

di Rino Garro



Rodolfo Montuoro va a inserirsi felicemente nella fenditura sempre più ampia e profonda scavata negli anni tra la musica pop e la canzone d’autore.



È un gran bell’album “a_vision” di Rodolfo Montuoro. C’è un respiro metafisico, di malinconia sognante, che sembra galleggiare in un nero infinito, che nero non è. È un album limpido, maturo, voluto; musica capace di condensare ritmo e melodia, pur dentro un mare sonoro mite, placato, che ripete instancabile il suo verso addosso a coste mediterranee e baie irlandesi.

Rodolfo Montuoro va a inserirsi felicemente nella fenditura sempre più ampia e profonda scavata negli anni tra la musica pop e la canzone d’autore, quando quest’ultima ormai sembra crogiolarsi nei freddi e lirici tentativi narcisistici, a volte sfioranti la noia, di tanto celebrati artisti.

Perché “a_vision” è espressione di personalità e classe, ma con la forza semplice dei motivi popolari che si imprimono a lungo nella mente. Bastano pochi ascolti per capire quanto sia difficile scacciare lontano i ritornelli e i riff bulinanti di “Trappole”, “Blind Runner”, “Brividi”; o di “Nuvole”, di ritmo e bellezza trascinanti.

Concedetevi qualche altro ascolto, e capirete l’importanza dell’insolita voce di Rodolfo Montuoro, naturale, pacata, lontana dai vezzi esterofili all’estrogeno. E vi ci affezionerete.

Già il titolo (e il suo specchio) contengono la poetica e l’estetica della proposta: un’introspezione visionaria, una malinconia che è come un caleidoscopio per guardare lontano, attimi dilatati all’inseguimento di qualche eternità, desiderio di superamento. Un pieno di emozioni e suggestioni, dunque, grazie soprattutto al sempre difficile rapporto che si genera, e si salda, tra parole e musica, qui giunto a un vero equilibrio. Così, se il pensiero come la parola poetanti soffrono la costrizione della misura musicale, Rodolfo, che è poeta, è bravo a non inseguirli a tutti i costi: la parola è appesa a un filo e, esile, oscilla al vento della melodia: basterebbe un soffio appena più forte per strapparla via, farla cadere. Allora, in brani come “Parole e Notti”, “International Sea”, “Brividi”, la parsimonia, l’esattezza, la semplicità lessicali acquistano una forza quasi epica nella fusione sonora, con i raffinati arrangiamenti di Massimo Giuntini aperti a squarci e atmosfere celtiche. Qua e là, anche, echi di Nick Drake (gli archi di “Trappole”, il piano liquido di “a_vision”) il cui cupio dissolvi è risolto però in dolore sublimato, di speranza: nella “notte furibonda di colori”, la luna di Rodolfo Montuoro, né romantica né minacciosa, è solo “stanca di riflettere” e “vuole scendere”.

“Ti senti sempre solo?; ti senti tanto sola?” Spingete “a_vision” nel vostro lettore, e lo sarete ancora. Ma più pieni. Più pronti.



© Rino Garro, Firenze 2006.

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