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Quotes | Rassegna stampa



[Acoustica è il disco della settimana n. 48/2021 per “L’isola della musica italiana”:]

“Ciò che ne esce, in questa mezzora scarsa di musica, è qualcosa di letteralmente stupefacente, in cui l’ascoltatore sperimenta una sospensione temporale davvero rara di questi tempi. Ridotte all’essenziale, le sfuggenti canzoni di Montuoro si ritrovano così sorelle di quelle dolenti di un Nick Drake (si ascolti Codex#2 con quell’incipit alla Way to blue), o di quelle impastate di vita e religiosità di un Leonard Cohen.”

(Andrea Caponeri, “L’isola della musica italiana”, novembre 2021)


[Codex #10di Acoustica è stata eletta “migliore canzone in italiano, cantanti uomini” nella classifica di Camillo Langone su “Il Foglio” del 29 dicembre 2021, su un repertorio internazionale in cui Dave Gahan ottiene il palmares per la migliore canzone in inglese.]


“Qui dentro [ad Acoustica] ci sono il prog, il pop, il cantautorato, la new age, la new wave, l’ambient, l’elettronica, i tocchi folk, gli afflati cinematografici da colonna sonora… insomma un gran caleidoscopio, che alla fine risulta sorprendentemente coeso” (Andrea Valentini, “Rumore”, n. 353, giugno 2021)


“Dire che Rodolfo Montuoro sia un artista atipico è semplicemente pleonastico, lo seguo con interesse da tempo e non ha mai finito di stupirmi; il suo percorso musicale continua con questo Acoustica, omaggio al poeta-librettista barocco Metastasio che diventa uno spunto per un personalissimo omaggio alla poesia. Montuoro canta accompagnandosi alla chitarra acustica e inanella una serie di preziosi madrigali (non so come potrei meglio definirli) accompagnato dai synth del mitico Maurizio Marsico, mai così poeticamente elusivo nel proporre le sue basi elettroniche, e da lievi basi ritmiche a cura di Andrea Tich. Il percorso si snoda tra versi di Henry Barbusse, Ottiero Ottieri, Dante Alighieri di cui osa proporre il delizioso Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io, per culminare con l’omaggio finale alla musica barocca nella traccia “Codex #10” che vede la partecipazione sublime della soprano Anna Zoroberto. Davvero un disco diverso capace di proporre un nuovo filone di neo-folk-elettroacustico-poetico, stile perfetto per questi tempi algidi.” (Andrea Trevaini, “Buscadero”, n. 444, maggio 2021)


Acoustica è un album che va ascoltato e goduto nella sua totalità, come un unicum compatto per ispirazione e qualità compositiva, sia sul fronte dei testi che della musica. Quello che a un primo ascolto sembra minimalismo è al contrario espressione, volutamente frammentaria, di un disegno più ampio: la precisa volontà di superare quelle che Montuoro avverte come le ristrettezze dello schema canzone.” (Luigi Milani, “Onda Rock”, aprile 2021)


“Avevo bisogno di stupore, di incanto, di sogno, di illusione, di indaco, di profondo, di echi lontani, di atavico, di nuovo, di sentito-mai sentito, di dolcezza, di poesia, di rinnovamento, di medievale, di Nick Drake, di psichedelico, di acustico, di elettronico. Avevo bisogno di sollievo, di nuotare, di sorvolare, di respiro, d’ossigeno, di montagna, di oceano. E avevo bisogno di bellezza, di intelligenza, di compagnia, di solitudine, di malinconia, di fiducia, di leggerezza. Di una mano. Delicata, sensibile ma tenace. Ecco. Rodolfo Montuoro e il suo Acoustica sono tutto questo. E molto, molto di più.” (Gerardo Pozzi, aprile 2021)


“Questa volta [in Acoustica] rispetto al precedente Voices del 2018, la prospettiva è differente. Il suono acustico della chitarra diventa protagonista e un approccio più minimale alla composizione si sposa perfettamente con la natura introspettiva dei testi. Il “quadro sonoro” non comprende la sola chitarra, ci sono infatti anche le fondamentali orchestrazioni elettroniche di Maurizio Marsico (a.k.a Monofonic Orchestra) che, lontano dall’essere semplice ornamento o sfondo, creano combinazioni e contrasti molto interessanti con le melodie di Montuoro, aggiungendo una piacevole sfumatura dark che impreziosisce il tutto.” (Marco Calloni, “Blogfoolk Magazine”, aprile 2021)


“Un album incantevole, da ascoltare con la testa e da assaporare con il cuore. Il disco si intitola semplicemente Acoustica e rende bene l’idea del nuovo progetto musicale di Rodolfo Montuoro, artista raffinato e sensibile, da sempre impegnato nella sperimentazione e nella ricerca e capace di restituire un’anima all’elettronica. [...] Sorprendono l’eleganza e il gusto dell’adattamento lirico del canto, che echeggia da lontano, che è bello e affascinante, come qualcosa di immortale, che è sempre esistito e che appartiene a tutti noi, nel profondo.” (Giancarlo De Chirico, “Extra Music Magazine”, marzo 2021)


“Presentato come un album di dieci tracce minimali, [Acoustica], secondo me, è invece grandioso: dieci tracce senza titolo che spaccano.” (Diego Alligatore, “Il blog dell’Alligatore”, marzo 2021)


Acoustica. Codex Metastasio Post Box è un disco forbito, avveniristico, un disco non-disco, dall’apice artistico disarmante, che approda nel porto del raro anacronismo scritturale. In due parole: assoluto e onnisciente.” (Max Casali, “MusicMap”, marzo 2021)


“Rodolfo Montuoro torna sulle scene musicali con Acoustica, un album da ascoltare con il cuore e con la testa. Un disco caratterizzato da un’originalità fuori dal comune e fuori da ogni regola.” (Michele Larotonda, “RockShock”, marzo 2021)


“Una lunga e intensa carriera discografica e concertistica e un nuovo lavoro [Acoustica. Metastasio Post Box] molto particolare, minimale, scarno, essenziale.” (Antonio Bacciocchi, “RadioCoop”, 2021)


“Una ricerca nel tempo e senza tempo, tra contemporaneità e classicità, tra ragione e passione, tra il senso altro delle cose e quello terreno.” (La Redazione, “Musicletter”, marzo 2021)


“In questo gioco di specchi [Acoustica. Metastasio Post Box], nel rimando di numi tutelari e nel loro ribaltamento, nel clash con corredo di fulmini e saette tra temporale e atemporale, Montuoro ci mette la ciliegina affiancando suoi versi a citazioni di Dante, Barbusse, Ottieri e degli anonimi cantori popolari baschi, creando un’ipotesi di non canzone e non poesia, smontando anzi ogni ipotesi di accordo interno alla poesia e alla canzone e ovviamente alle loro ridicole correlazioni, accompagnando suoni e parole con la voce di un hippy senza più sogni da rappresentare, il senso di vuoto di un Nick Drake seduto su uno sgabello cosmico, lo spaesamento di un enigmista perso in un cruciverba dalle soluzioni sbagliate.” (Christian Zingales, “Blow Up”, marzo 2021)


Acoustica è un disco molto personale, dove l’artista Rodolfo Montuoro rende a suo modo un omaggio al grande Metastasio e alla tradizione della poesia in musica e nella canzone popolare, elaborati in modo interessante e originale.” (Stefano Duranti Poccetti, “Corriere dello Spettacolo”, marzo 2021)


È appena uscito, a circa tre anni dal precedente lavoro, il nuovo album di Rodolfo Montuoro, Acoustica. E ancora una volta è destinato a spiazzare l’ascoltatore. Anzi, forse stavolta ancora di più, vista la peculiarità dell’operazione compiuta dall’artista, sempre più lanciato in sperimentazioni ardite, in barba all’aspetto più commerciale dell’odierna produzione discografica. È un disco da ascoltare con grande attenzione, lasciandosi catturare dalla magia delle composizioni.” (Luigi Milani, “False Percezioni”, 2021)


Voices è un album sorprendente, ipnotico, seducente, talmente raffinato e stimolante che, per un attimo, avrei voluto disattendere ciò che siamo chiamati a fare e non realizzare alcuna critica dell’album, ma scrivere semplicemente ‘ascoltate questo capolavoro, io non oso dire nulla, non serve che dica nulla’. Un encomio a Montuoro e a ogni voce che ci ha regalato.” (Maria Grazia Rozera, “Music Coast to Coast”)

“Lungo l’ascolto delle dieci tracce che compongono Voices, potrete imbattervi in episodi di valore assoluto... Un album prezioso che però negli arrangiamenti musicali va ben oltre il rock o la musica indie e si ascolta allo stesso modo di una pièce teatrale, profonda e vibrante.” (Giancarlo De Chirico, “Extra Music Magazine”)

“Più che un normale album, per la sofisticatezza che lo contraddistingue, Voices è una vera e propria opera d’arte visiva, letteraria e musicale; è una performance di alta qualità e con profondi significati, un qui e ora che delizia chi può beneficiarne, purché gli si riservi un attento ascolto.” (Stefano Duranti Poccetti, “Corriere dello spettacolo”)

“I canoni del rock si dilatano, si perdono insieme ai modelli standard della canzone, si orientano verso altre sonorità ma qui tutto ritrova una sua ragione compositiva nel testo che ci conduce nella letteratura, nel cinema, o nella radio…” (Ciro Ardiglione, “Mentinfuga”)


“Ritorno discografico a sette anni di distanza dal precedente lavoro. Voices è un disco da ascoltare con estrema attenzione, particolarissimo, ipnotico, teatrale, profondo, in cui musica e letteratura si intersecano alla perfezione su basi rock, elettroniche, new wave... Originale, uguale a niente altro.” (Antonio Baccicocchi, “RadioCoop”)

“A sette anni da Nacht, il musicista Rodolfo Montuoro torna con un nuovo album dal titolo Voices. Un lavoro in cui raccoglie tutte le sue esperienze in forma sperimentale e teatrale, o meglio insolita, dove, oltre alla parola ‘significante’, c’è sempre un ‘canto muto’. Un ‘canto muto’ che stravolge la solita forma-canzone e sembra indicare un percorso sonoro inedito, come se fossimo all’inizio di una nuova stagione musicale.” (“Musicletter”, La redazione)

Voices di Rodolfo Montuoro è sofisticato, contrapposto all`oggi, completamente fuori dagli schemi ..., tra sogno e il suo opposto, tra parola pronunciata e immagine creata, come in un`ipnosi surreale e in alcuni casi meditativa ma che in nessun caso l`ascoltatore vuole interrompere.” (Barbara Bortoli, “Mescalina”)

“Dopo sette anni da Nacht il magnifico Rodolfo Montuoro torna con Voices. Un disco che mette in risalto la melodiosità della parola, come era successo in precedenza per i dischi e gli ep di questo bravo cantautore. La musica si mostra vivida e capace di provocare diverse suggestioni ma le parole sono il fiore all’occhiello... Canzoni per guardare lati a volte nascosti di noi stessi.” (Francesca Ognibene, “Radio Sherwood”)

“Non c’è un genere musicale in Voices, ci sono semmai installazioni sonore vicine ora all’elettronica, ora al rock progressivo, ora all’avanguardia armonica, e dentro ognuna di esse c’è l’incanto eterno della voce di Montuoro che si leva profetica, a tratti incerta, con melodie appena accennate, inspiegabilmente magnetica e seducente nel suo cantomuto; a rivestirla, un’aura atavica, oracolare, magica, incantatrice.” (Roberto Pancani, “Bitsrebel”)

“Rodolfo Montuoro, cantautore colto, multiforme e visionario, torna a incantarci con la profondità di una ricerca emotiva, lirica e sonora che ha il pregio di non assomigliare a nessuno e di non farsene un vanto ... in un rincorrersi di mito, crudezza, trascendenza, erotismo e poesia.” (Piergiorgio Pardo, “Blow Up”)

“Un vortice. Ipnotico, centripeto. Visionario. Un cunicolo scuro, un neon difettoso che va e viene, un susseguirsi di luci metropolitane, che quasi spiazzano, un viaggio scivoloso verso l’io profondo e la proiezione immediata tra gli spazi temporali del Cosmo. Il mondo di Rodolfo Montuoro è tutto questo. E molto di più.” (Gerardo Pozzi, “L’isola della musica italiana”)

“Quando sembrava ormai che si fossero quasi perse le tracce di quello che può essere considerato uno degli artisti italiani più dotati e innovativi degli ultimi anni, è finalmente approdato sui nostri lettori (cd o digitali, fate voi) Voices, il suo nuovo lavoro...” (Luigi Milani, “Ondarock”)

“Ritorna Rodolfo Montuoro con questo Voices e ancora una volta, a sette anni dal precedente e ambizioso Nacht, spiazza l’ascoltatore facendolo entrare nel regno della phoné.” (Andrea Trevaini, “Buscadero”)

Nacht di Rodolfo Montuoro è senz’altro una delle cose più belle ascoltate in Italia nell’ultimo periodo. Rodolfo è autore di toccante sensibilità, interprete carismatico, musicista preparato e originale... tutto qui è bellissimo... a questi e ad altri incanti si aggiunge il magnifico saggio vocale dell’autore, che davvero ti tende la mano e ti riempie la stanza.” (Piergiorgio Pardo, “Blow Up”, n. 150)

“Rodolfo Montuoro sta emergendo come una delle proposte più interessanti della scena rock italiana del nuovo millennio. Musicista colto ed eclettico, grande sperimentatore di linguaggi musicali, può ricordare certe figure di musicisti visionari del migliore prog-rock, da Peter Hammill a Robert Fripp, fino a band come i Porcupine Tree.” (Luigi Milani, “Ondarock”)

“I brani di Nacht hanno una forza evocativa che sembra liberarsi da un nodo emotivo, sottolineato da un rock anomalo... racconta l’inquietudine che ci accompagna al calar della notte. Tutto sembra costruito a misura della voce, perfetta per accompagnarci al limite della narrazione. (Roberto Caselli, “Jam”, n. 177)

“...il suo rock eclettico si veste delle eleganze lussureggianti del baroque e del più cangiante progressive, così come delle sfumature accese e terrose della world-music. La sua voce è una vertigine morbida, talora di quieta dissonanza, che proietta vibrati e melodie altre, da crooner art-rock, su uno sfondo musicale che ha colori densi e materici, di consistenza tattile.” (Ambrosia Jole Silvia Imbornone, “L’Isola che non c’era”)

Nacht è un magnifico mosaico, una vera e propria enciclopedia poetica in forma di rock dedicata alle mitologie e alle declinazioni della notte, scritto con amore e passione da Rodolfo Montuoro e suonato da guest di grande calibro con una varietà infinita di strumenti (didijeridoo, theremin, sax, doudouk, cornamusa e archi) a impreziosire il tutto.” (“Music Club”)

“Rodolfo Montuoro è un incantatore, un affabulatore elettrico. Un ricamatore di onde e vertigine, straniero tra terra e tempo, che non teme di addentrarsi nel labirinto... La notte è furibonda di colori, ribollente d’oscurità, mesmerica e fitta, da ascoltare nei suoi sussurri, nei tramonti interiori, attraversata da lame di luce e inquietudine, sfuggente. Rodolfo, che è figura di cantautore-musicista-poeta non tanto diffusa in Italia, ...restituisce, alla summa di questo lungo lavoro, un mondo poetico elettrizzante.” (Gianluca Veltri, “Mucchio selvaggio”)

“L’ouverture è affidata al suono siderale di un theremin che confluisce come un affluente maggiore nelle linee melodiche che si dissolvono in scenari notturni... New wave ed elettronica, rock monumentale, celtico, sinfonico. Epica e pathos. Poesia e ombre. Cipressi e monete di argento... l’incantesimo labirintico di suoni, epifanie e suggestioni rendono il tutto organico e onirico, visionario ed estremamente carnale.” (“Rumore”, n. 226)

“Storie e suoni dal profondo. Storie e suoni che si incidono nell’anima, nel cuore. Nacht è una perla nera e preziosa, un prisma sonoro da cui si dipanano colori ed essenze ammalianti... Un viaggio acustico oltre il dark, oltre la forma-canzone, semplicemente ottima musica.” (“MusicBox)


"Quella che Rodolfo Montuoro dipinge in Nacht è una notte costellata da paesaggi, visioni e tormenti dell’anima, abitata da suoni ammalianti e scandita da versi di estemporanea poesia. L’estro compositivo ed interpretativo di Montuoro emerge in un’opera rock intensa. La track-list scorre sinuosa e trascina l’ascoltatore in una spirale onirica che rivela un sub-universo artistico del tutto personale e di indiscutibile fascino." (Maurizio Maschio, “Rockademica”)

“Come avrete capito, Nacht è un disco che merita la vostra attenzione. Rodolfo Montuoro tesse, attraverso arditi incroci lessicali, storie pregne di visionaria poesia.” (“Spaziorock”)

“La notte si apre in tutta la sua bellezza e in tutte le sue emozioni.” (“Sound36”)

“Caldamente raccomandato a chi cerca nella musica di oggi qualcosa in più di un piatto freddo mordi e fuggi.” (“La Sicilia”)

“Un album da scoprire perché la cura che è stata messa nella sua realizzazione, da sola, basterebbe a giustificare la curiosità nell’ascolto. Se poi uniamo il fascino di generi distanti ma che da sempre hanno cercato il punto d’incontro, il consiglio diventa quasi un’esortazione. Sono pochi i dischi per cui vale veramente la pena e Nacht è uno di questi.” (“Ondalternativa”)

“Una scrittura dei testi molto poetica e ispirata e un viaggio attraverso le più diverse e dense sonorità musicali, dal folk mediterraneo al più ascoltato indie-rock nostrano. Nacht è sicuramente uno dei più belli album dell’ultimo periodo, da scoprire.” (“Net1News”)

“La sensibilità artistica di Rodolfo Montuoro si dischiude in piccoli brani di poesia pura, che ti portano a riflettere... che ti procurano emozioni, portando l’asticella del post rock un gradino più sopra... Nacht è no dei migliori dischi dell’ultimo periodo.” (“Walking Barefoot”)

“Rodolfo lascia fluire tutto ciò che il suo pensiero formula, per poi cristallizzarlo in uno spaccato melodico che asseconda ogni senso a noi disponibile... possiamo trovare l’esatto compromesso fra indie rock e musica d’autore.” (“Rockambula”)

“Rodolfo Montuoro lascia sicuramente un segno nel panorama musicale indipendente italiano.” (“Mescalina”)

“Davvero belli i testi accompagnati da una musicalità soffice ancora una volta giocata su interazioni elettroniche molto interessanti, perfette per definire atmosfere languide e fascinose. La voce suadente di Rodolfo fa infine da magnifico anfitrione a questo immaginario.” (Roberto Caselli, “Jam”, n. 167)

“Con il progetto Nacht Rodolfo Montuoro sposta l’asticella ancora più in là. Immaginifico, onirico, elettrico, erige un febbrile muro del suono per la musica d’autore... Rodolfo non ha mai paura di osare, nelle formule, nei versi, nelle scelte.” (“Mucchio Selvaggio”)

“Rodolfo Montuoro è sicuramente una delle figure più interessanti del panorama italiano, capace di far convogliare, con garbo, la sua vasta cultura nelle sue canzoni.” (John Amoroso, “Indie Zone”)

“Con due album osannati dalla critica alle spalle, Rodolfo Montuoro è uno dei più promettenti rocker della scena indie italiana. A detta degli esperti, uno dei musicisti da tenere d’occhio.” (Alessandro De Michele, “Fox Uomo”)

“Un rock teatrale, con l’inconfondibile tocco elettronico del synth mescolato alle pesanti carezze del violoncello in un arrangiamento dai toni scuri... Ce ne fossero di cantautori come Rodolfo Montuoro al giorno d’oggi.” (“Ondalternativa”)

“La musica d’autore incontra e sposa un rock cupo e sognante, con derive elettroniche e aperture di archi che raggiungono vette davvero suggestive. Affascina, questa musica... si declina in testi misurati e complessi, usati con la semplicità di chi è perfettamente padrone della propria parola.” (Giulia Gasparato, “Losthighways”)

“Ancora una volta Rodolfo Montuoro incanta il proprio pubblico con la sua musica, portandolo in un mondo nuovo popolato di miti antichi e moderni.” (Natalia Bacalu, “Saltinaria”)

“Melodie sospese tra percussioni instabili e archi struggenti, parole cercate dentro a un vocabolario sublime: tutto concorre a creare una scenografia da teatro ipnotico e intrigante. Le scene si susseguono veloci e noi rimaniamo incollati alla sedia...” (Eleonora Chiari, “Rockit”)

“Rodolfo Montuoro segue un percorso poetico peculiare, in bilico tra mainstream e alternativo, pericolosamente e gustosamente alieno a entrambe le dimensioni.” (Stefano Solventi, “SentireAscoltare”)

“Ascolta, nulla più. Canzone d’autore? Sì, in un certo senso. Jazz? Sì, in un certo senso. World music? Sì, in un certo senso. E chissenefrega se non si vendono dischi... Rodolfo Montuoro non ha paura di niente. Se ci sarà qualcuno bravo ad ascoltare e capire, meglio per lui. Beh, io sono tra quelli. E ne sono felice. E ringrazio, pure.” (Andrea Rossi, “Music Map”)

“Tra mito e realtà, tra senso di vertigine e spinta a volare, Rodolfo Montuoro riesce a essere una perla preziosa.” (“Rockit”)

“Rodolfo Montuoro precisa e complica la sua geografia dell’irrequietezza, confermandosi musicista e autore originale.” (“Il diario della settimana”)

“Rodolfo Montuoro propone un’originale e sfrontata idea di forma canzone pop-rock, attraverso elaborati (seppur molto scorrevoli) arrangiamenti e sofisticate armonizzazioni.” (Marco Serra, “ Suono”)

“La prima parte di Nacht è musicalmente notevole e getta le basi di una fedele attesa per il seguito di questa epopea rock dedicata alle mitologie della notte.” (Massimiliano Monti, “LoudVision”)


“Lola di Rodolfo Montuoro si inserisce in una dimensione quasi teatrale, grazie alla linea vocale che è quasi sempre parlata. Gli arrangiamenti sono onirici e ancestrali, guidati da percussioni ipnotiche, da un synth oscuro e da un violoncello straziato che danno a ciascun brano la cadenza di una nenia tribale. Un ep non semplice ma carico di magnetismo: il prezzo del biglietto sarà pure alto, ma vale la pena imbarcarsi in questo viaggio fascinoso.” (Sofia Marelli, “RockShock”)

Orfeo di Rodolfo Montuoro è il primo capitolo di un lavoro di squisita elaborazione intellettuale... atmosfere complesse, scure, quasi gotiche... improvvise escursioni rock che squarciano le melodie... la vocalità emozionale e fuori dal comune fa il resto.” (Roberto Caselli, “Jam”, n. 160)

“Parole e musica che non ti aspetti, a_vision di Rodolfo Montuoro è un disco sussurrato, cantato con voce originale e di aristocratica eleganza, è la canzone d’autore italiana che incontra la world music internazionale, l’elettronica minimale che sposa le folk ballads americane. Una volta ascoltato, non ti abbandona più.” (Ivan Masciovecchio, “RockShock”)

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