Intervista di Diego Alligatore
a Rodolfo Montuoro e a Maurizio Marsico
Il 26 marzo 2021 esce su tutti gli stores digitali “Acoustica. Metastasio Post Box”, il nuovo album di Rodolfo Montuoro. Diego Alligatore lo presenta in anteprima e in diretta nel suo mitico blog “La palude dell’Alligatore” la notte prima del lancio, insieme all’autore e al producer Maurizio Marsico.
Ecco un estratto dell’intervista che si snoda sui temi del Tempo e della Dimenticanza, con fugaci apparizioni di Dante, David Lynch, Luis Buñuel e Marcel Duchamp...
In osservazione del Grande Vetro di Marcel Duchamp
Montuoro – Marsico, acustico il primo, elettronico il secondo, ma potrebbe anche essere il contrario, in un disco senza tempo (e non è una frase fatta), Acoustica. Codex Metastasio Post Box. Rodolfo Montuoro torna con la sua voce inconfondibile e la chitarra per cantare canzoni scritte mescolando i suoi autori preferiti (Dante, Barbusse, Ottieri), gli anonimi cantori baschi e suoi testi. Una miscela esplosiva, che a prima vista sembra innocua, ma che già al secondo ascolto si sente più robusta, direi quasi rivoluzionaria. Come irrobustirsi facendo yoga. Del resto, il titolo Acoustica fa riferimento a qualcosa di fisico, ma anche mentale: un suono, una chitarra, una cosa che vibra, quello che si sente con il nostro udito ma anche quello che non riusciamo a percepire. E poi Codex Metastasio Post Box come ironico sottotitolo, riferimento a Metastasio, poeta barocco acclamato dalle masse.
Maurizio Marsico, l’uomo uscito vivo dagli anni Ottanta, il musicista internazionale e internazionalista qui sotto forma di Monofonic Orchestra, elettronica con l’anima (acustica), perfettamente a suo agio con le parole e i suoni di Rodolfo. E in più il soprano Anna Zoroberto, ospite di lusso, già presente nella musica di Montuoro, qui a chiudere maestosamente il disco. Copertina classicheggiante di Francesco Marangon, dal colore e disegni molto vicini a certe copertine anni Settanta di certo rock prog, ma non solo. Presentato come un album di dieci tracce minimali, secondo me invece è grandioso: dieci tracce senza titolo che spaccano.
Esce ufficialmente domani, 26 marzo Acoustica. Codex Metastasio Post Box (Believe Digital/AiMusic) con la preziosa promo Rouge/Promozione Musicale. È un vero onore lanciarlo qui in Palude. Farà molti cerchi nell’acqua. [D.A.]
[Estratto dell’intervista in diretta avvenuta sul Blog “La palude dell’Alligatore”, a partire dalle 21:30 del 25 marzo 2021. L’intervista integrale la trovate a questo link]
Alligatore
Buonasera a tutti. Benvenuti in Palude. È la notte che precede l’uscita ufficiale del disco. Spero che siate a vostro agio, e abbiate fatto un buon viaggio.
Maurizio Marsico
Strana cosa stabilire la data d’uscita di un disco, quando nessuna data è certa... non siete d’accordo?
Sì, oggi, con il web, nessuna data è certa. La data è una finzione per i biografi.
Maurizio Marsico
Comunque, un viaggio spazio-temporale è sempre un bel trip.
Rodolfo Montuoro
Non è esattamente come la notte prima degli esami, ma è comunque una bella vigilia. Grazie per l’approdo e per l’ospitalità. Qui in Palude si sta bene.
Già, una bella notte... migliore degli esami. Le domande non saranno difficili... e poi, credo, conosciate bene l’argomento. Se siete pronti, faccio partire il disco in cuffia e vado con le domande. Prima domanda: quando e come è nato Acoustica?
Rodolfo Montuoro
Acoustica continua a essere un lavoro misterioso ed enigmatico, opaco anche a noi stessi che l’abbiamo realizzato perché non ci ricordiamo più del “come” e del “quando”, abbiamo una vaghissima memoria delle circostanze, delle coincidenze, dei luoghi, delle vicende che ci hanno fatto ritrovare come dei sonnambuli tra il quartiere Garibaldi e la chinatown di Milano per mettere insieme un pugno di canzoni, cantate e suonate fuori da tutti i canoni di ascolto sia di un qualche “allora” che dell’oggi. Acoustica è un disco inattuale e irreale, in tutti i sensi. E quindi, per tornare alla tua domanda, è anche possibile che non sia mai “nato”. Anzi, forse, dal momento che ne stiamo parlando, potremmo dire più esattamente che nasce ogni volta nel momento stesso dell’ascolto.
Bella questa idea, che nasca ogni volta che lo ascoltiamo.
Maurizio Marsico
Sarò pragmatico (si fa per dire): Rodolfo ha provveduto al Canto e all’Incantesimo e io mi sono occupato del Disincantare...
Maurizio Marsico
(Ma intendo il Disincanto non come visione pessimistica; piuttosto come contrappeso all’incanto, strettamente connesso a esso, come la spazzatura alla purezza…)
Rodolfo Montuoro
Sì, perché Maurizio è un vero (e raro) “Maestro del disincantamento”, proprio come diceva Sartre di se stesso.
Rodolfo Montuoro
Del resto, l’incantamento senza il disincanto vale poco e neppure si percepisce.
“Acoustica. Codex Metastasio Post Box” è il titolo completo. Cosa vuol dire?
Rodolfo Montuoro
È una storia un po’ lunga. Provo a raccontarla come meglio posso. C’era una volta… un tempo in cui io e Maurizio abitavamo nello stesso palazzo in via Maroncelli a Milano. Stiamo parlando di un’epoca in cui non esistono le email e i personal computer. È in questo periodo predigitale e antidiluviano che si è fatta strada l’idea di Acoustica. Come capita sempre a Milano, pur essendo vicini di casa, non riuscivamo mai ad incrociarci. Così abbiamo preso l’abitudine di scambiarci al volo appunti, partiture, versi, citazioni e schizzi, notazioni et similia attraverso la cassetta della posta giù all’ingresso del palazzo. Nella cassetta postale, tra i cognomi Marsico e Montuoro, c’era un Metastasio – nostro vicino dell’ultimo piano. Così capitava spesso, nella fretta, che molti dei nostri messaggi venivano infilati per sbaglio nella buca del povero Metastasio che, quando tornava a casa dal lavoro, si trovava degli strani biglietti con versi, segnacci e pentagrammi che gettava direttamente in pattumiera, maledicendo in dialetto siciliano quell’anonimo pazzo satanista che gli ingolfava la cassetta della posta. Nacque un curioso e divertente equivoco tra di noi e scoprimmo solo dopo qualche tempo che il vicino Metastasio era l’involontario destinatario di quelle note che ogni tanto sparivano, costringendomi a riscrivere tutto da capo. E, come spesso capita con le riscritture, miglioravano ogni volta i primi appunti. Quindi, l’accidentale funzione “selettiva” e cestinante di Metastasio per me è stata importantissima e molto produttiva. Questo è il senso aneddotico del “Metastasio Post Box”. Poi, come avviene con certe coincidenze e come ci insegna il vecchio Gustav Jung, mi è apparso in mente per sincronismo il più celebre Metastasio, il poeta barocco. Ed è come se – attraverso la sua reincarnazione onomastica – fosse venuto a trovarci dopo qualche secolo in via Maroncelli, indicandoci la chiave di volta del nostro lavoro, ovvero il suo concetto dominante: lo sposalizio sempre incerto, e talvolta persino funambolesco, tra musica e poesia – di cui Pietro Trapassi detto Metastasio, appunto, è stato il più insistente artefice all’epoca sua. Uno sposalizio non facile, fatto sempre di ripensamenti e rifacimenti. Per quanto poi riguarda il termine “Codex” che compare nel sottotitolo, esso dà conto del fatto che queste canzoni contengono degli stilemi, dei moduli, ma anche dei tic stilistici e delle ossessioni che si ritrovano in tutti i miei album. Ogni brano contiene un ingrediente, il frammento o il “codex” di un discorso poetico che porto avanti da parecchio tempo ormai, declinando in musica stili e generi sempre diversi, dall’irish, al progressive, dall’elettronica al rock. Del resto, il termine “codex” indica nel dizionario latino il tronco dell’albero da cui germogliano i vari rami. Seguendo questo spunto etimologico, potremmo dire che Acoustica è stata il vivaio seminativo di una piccola selva che nel tempo si è diramata in tutte le direzioni.
Come è stata la genesi del disco, dall’idea iniziale alla sua realizzazione finale?
Rodolfo Montuoro
Uhmm... la genesi del disco. Faccio un po’ di fatica perché di questo non abbiamo una lucidissima memoria. Ricordo solo che, dopo un intenso periodo per me molto avvincente di confronto musicale e anche filosofico con Maurizio, abbiamo poi realizzato abbastanza velocemente il master del disco allo studio di Andrea Tich, incidendolo con un registratore a bobine Otari, quasi in presa diretta perché eravamo così concentrati nell’esecuzione che, quasi sempre, veniva buona la prima take. Il nostro armamentario era abbastanza scarno ed essenziale: io con voce e chitarra acustica, Maurizio con Roland D50, Korg M1 e riverbero Lexicon. Andrea Tich, in questa circostanza, è stato un abile cacciatore del suono – come il Philip Winter del film di Wim Wenders – ed è entrato subito in sintonia con la mistica idea “acusmatica” mia e di Maurizio. E abbiamo avuto un ospite davvero eccezionale, il soprano del Teatro alla Scala Anna Zoroberto che ha offerto la sua voce rara e stupenda nell’ultimo brano del disco.
Leggo della genesi del titolo e sono molto affascinato ... sarebbe bello farne un film. In bianco e nero ... alla Lynch degli inizi…
Maurizio Marsico
… come questo delay temporale che sto avvertendo anche adesso nell’intempestività dei miei interventi, quasi un cut-up in diretta.
Maurizio Marsico
Lynch Codex Maroncelli.
Rodolfo Montuoro
Con “Lynch Codex Maroncelli” Maurizio ha dettato la Linea dei prossimi vent’anni. (Il delay qui è d’obbligo...)
Maurizio Marsico
Un film onirico, intendo, come Eraserhead o come qualcosa di Buñuel, con questi due che inviano messaggi nella cassetta della posta sbagliata...
Maurizio Marsico
Stiamo pian piano annunciando la prossima uscita del nuovo disco di ieri!
Rodolfo Montuoro
Anche il nostro delay qui sta funzionando magnificamente, proprio come la cassetta postale del Metastasio [una fessura verso la “Loggia Nera” di Twin Peaks, oltre lo spazio e il tempo]. Trovo tutto questo molto elettrizzante, come i neon che friggono in certe scene di Lynch.
Esatto, come nel primo Lynch: pensavo proprio al disturbato/distrubante Eraserhead, il più buñueliano dei suoi film... sì, qualcosa alla Buñuel.
Rodolfo Montuoro
La citazione è azzeccatissima. Infatti, se non ricordo male, il sottotitolo di Eraserhead dovrebbe essere “La mente che cancella”. Esattamente quello che capita a me e a Maurizio quando ci sforziamo di ricordare la cosiddetta “genesi” di Acoustica...
Eraserhead - La mente che cancella, vero, del 1977, anno fondamentale per molte cose.
Rodolfo Montuoro
Sì, è vero: il 1977 è stato proprio un anno fondamentale: annus horribilis e nello stesso tempo annus mirabilis. Ma stiamo divagando...
Però, a proposito di genesi e tempo, il disco è nato molti anni fa. Quanti?
Maurizio Marsico
Il fattore tempo, che si è sedimentato come materia viva sulle tracce, ha trasformato il nostro lavoro e ne ha modificato la percezione. Alle tracce si è aggiunto tutto ciò che abbiamo vissuto e ascoltato nel mentre…
Maurizio Marsico
...come nel Grande Vetro di Duchamp: abbiamo lasciato depositare sopra la polvere del tempo e l’abbiamo tenuta come parte fondamentale dell’opera.
Rodolfo Montuoro
Questa idea della polvere del tempo – a questo punto della nostra conversazione – è perfetta. Direi di assecondare questa immagine e restare ancora nel vago: polvere e nebbia – in questo caso – non guastano...
Maurizio Marsico
Non sottovalutiamo l’arte della Dimenticanza. Non mi dispiace questa nuova condizione di trovarmi principiante del dimenticare. Dopo aver flirtato troppi anni con l’oblio, è affascinante iniziare a dimenticare piccole cose inutili come date, nomi, numeri di telefoni, pin... La memoria è una trappola mortale.
Lasciamola depositare allora ... l’episodio delle lettere nella buca di Metastasio mi pare forte. Qualcos’altro è rimasto nella memoria durante la lavorazione di Acoustica?
Rodolfo Montuoro
L’arte della Dimenticanza, come dice giustamente Maurizio, ci potrà salvare ma io non voglio eludere la domanda e qualcosa voglio ricordare: qualche barlume, qualcosa di struggente, di impalpabile. Ci provo... Oltre all’apparizione teatrale e carismatica di Anna Zoroberto in colbacco, scialle d’ermellino e pelliccia lunga di visone nello studio di Tich, in una Chinatown ai tempi molto bassifondo e assai poco glam, mi tornano in mente di quel periodo i flash di certi rari ma deliziosi pranzetti in qualche trattoria tra il Garibaldi e il Sarpi, in una Milano vorace e presciarola, con Maurizio che è uno squisito commensale nonché sparring partner simpatetico e affabulatore. Anche a quei tempi sublime Maestro del Disincanto e della Dimenticanza...
Maurizio Marsico
Lo ammetto: voracissimo commensale…
Ecco un altro frammento di un film buneliano: “tra il Garibaldi e il Sarpi, in una Milano vorace e presciarola”... e la “carismatica Anna Zoroberto in colbacco, scialle d’ermellino e pelliccia lunga”.
Se questo album fosse un concept-album su cosa sarebbe? (… tolgo il fosse?)
Rodolfo Montuoro
Il concept potrebbe essere appunto quello indicato dal Metastasio (il poeta, intendo): la celebrazione delle nozze tra musica e poesia ma in un contesto minimale e acustico, all’incontrario del barocchismo: senza retorica e senza effetti speciali – solo voce nuvolosa, pizzico sensitivo di chitarra e tocco alchemico di tastiera. E, aggiungerei, alla luce della nostra avvincente conversazione di stasera, polvere di tempo e... di dimenticanza.
Definizione del concept molto bella, graziosa... avendolo ascoltato più volte, direi che questa definizione ci sta tutta.
Maurizio Marsico
Se fosse un essere umano questo disco sarebbe un trentenne del Rinascimento col pc.
Aggiungo: un “trentenne del Rinascimento col pc” ... ma usando in modo artistico il pc, e non per sopravvivere a una pandemia che sembra endemia.
Rodolfo Montuoro
Meno male che è un trentenne del Rinascimento e non qualche innominabile quarantenne che si aggira tra gli Emirati…
Sì, ci ho pensato pure io quando Maurizio ha citato il Rinascimento, ma è meglio tornare a cose belle, come questa musica che attraversa i decenni.
Maurizio Marsico
…scusate, ho sbagliato: intendevo un trentenne alla Rinascente!
Rodolfo Montuoro
L’immagine del trentenne alla Rinascente è evocativa e misteriosa (ormai alla Rinascente ci vanno solo gli sbarbati e le vecchiette).
Maurizio Marsico
Era un D’Annunzio trentenne che si chiedeva, alla Rinascente: come lo chiamo ’sto magazzino? (Qualcuno disse: mai fidarsi dei poeti.)
Rodolfo Montuoro
Allora – se Acoustica fosse davvero un essere umano, come ci propone Maurizio – direi trentenne con “tramezzino” invece che col pc (visto che tra le tante invenzioni del D’Annunzio copywriter c’è anche l’invenzione del tramezzino). Giusto per farlo sembrare un po' più analogico e “acustico”.
Maurizio Marsico
Torniamo al Tempo. In fondo, cos’è la musica se non l’illusione di poter rallentare nel modo più intenso possibile lo scorrere del tempo? Illusione che dura un attimo, perché poi scivola via....
Maurizio Marsico
…e, se il tempo non si può fermare, meglio dimenticare... meglio dimenticarsi.
Illusione che dura un attimo, perché poi scivola via... cit.
Rodolfo Montuoro
Questa di Maurizio è un’infallibile definizione della musica. Infatti, il musicista domina il Tempo: ha il potere di rallentarlo ma anche di consumarlo. Così come domina e addomestica il Silenzio.
C’è qualche pezzo che preferite? Qualche pezzo del quale andate più fieri?
Rodolfo Montuoro
Non riesco a stabilire una graduatoria tra i vari brani dell’album. Ma, in questa occasione, giusto perché oggi è il 25 marzo 2021, il giorno in cui si celebra nel mondo il 700simo di Dante, sceglierei il “Codex # 006” che è – per un’altra bizzarra coincidenza – la mia fedele trasposizione in musica del celeberrimo sonetto dantesco “Guido i’ vorrei che tu e Lapo ed io”.
Maurizio Marsico
Anch’io non ho preferenze: lo sento come un tutt’uno estremamente organico.
La citazione dantesca ci sta tutta, vista la data ... e capisco anche la difficoltà di scegliere, se non fosse il 25 marzo, appunto: auguri Dante! A me piace Codex # 005, pezzo decisamente disincantato, perfettamente elettro-acustico, ma anche Codex # 008, poetico e altrettanto disincantato. Magico quel fischiettare poi...
Maurizio Marsico
Anch’io adoro il fischio di Rodolfo, intonatissimo e così autentico che sembra un synth.
Rodolfo Montuoro
Grazie. Mi fa piacere che siano piaciuti lo # 005 e lo # 008. Anch’io resto affezionato a questi due brani. E al mio fischio “sintetico”…
Copertina del disco senza tempo (continuando all’infinito questo gioco)... com’è nata? Chi l’ha pensata e fatta così?
Rodolfo Montuoro
La copertina è di Francesco Marangon, Art Director di Sperling & Kupfer. Si è ispirato al frontespizio di un’edizione parigina settecentesca delle opere del Metastasio.
Con Francesco, che è un artista visionario e sensibilissimo, c’è un sodalizio ultradecennale. È lui lo straordinario artefice di tutte le mie copertine che, di per sé, ormai rappresentano una vera e propria galleria d’arte in miniatura.
Come presenterete dal vivo Acoustica? … quando sarà possibile, se sarà possibile.
Rodolfo Montuoro
L’espressione “dal vivo”, visti i tempi in cui ci troviamo, suona quasi iettatoria: per me, ma penso che sia così anche per Maurizio, è già tanto presentare Acoustica qui nel tuo blog, ancora da viventi non moribondi piuttosto che da una corsia d’ospedale.
Maurizio Marsico
In un certo senso, la logica concerti-per-promuovere-il-disco versus disco-per-promuovere-i-concerti non rende giustizia alla peculiarità di un lavoro come questo, così anomalo e fuori del tempo; forse meriterebbe delle occasioni specialissime oppure niente, in modo che la sua ‘dimenticabilità’ possa renderlo indimenticabile.
Materia da film anche questa allora... chissà se lo presenterete in un cinema... con musica dal vivo...
Rodolfo Montuoro
Sì, direi - seguendo la tua perfetta suggestione – moribondi ... con musica dal vivo!
Mi pare che abbiamo detto molto questa sera. Ora possiamo liberare il disco e farlo uscire.
Maurizio Marsico
È già uscito... non c’è più.
Rodolfo Montuoro
Sì, in effetti, alla fine siamo tutti d’accordo nello stabilire che Acoustica non esiste...
Maurizio Marsico
Anzi no, è tornato e non vuole più uscire. Ha deciso che resta.
Si trova nell’aria...
Rodolfo Montuoro
State per caso parlando del Trentenne del Rinascimento alla Rinascente?
Altro da dichiarare?
Rodolfo Montuoro
Ci rimettiamo all’indulgenza della Corte (…e dell’Alligatore).
Rodolfo Montuoro
... e alla clemenza della Dimenticanza.
Assolti, per non aver commesso il fatto. È stato tutto un sogno.
Rodolfo Montuoro
Grazie, Diego. Per noi, oltre al sogno, è stato un vero piacere festeggiare insieme a te questa vigilia. Non poteva esserci un’occasione migliore. Grazie davvero.
Grazie a voi, è stata una chiacchierata divertente e istruttiva.
Maurizio Marsico
Grazie. Anch’io e il Trentenne [intendo il disco trentenne] ti salutiamo. Un abbraccio
Grazie a tutti e alla prossima!
[Estratto dell’intervista in diretta avvenuta sul Blog “La palude dell’Alligatore”, a partire dalle 21:30 del 25 marzo 2021. L’intervista integrale la trovate a questo link]
Commenti