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Un rocker da tenere d’occhio

di Alessandro De Michele, “Fox Uomo”

Sono allergico alle autobiografie, preferisco presentarmi con la musica che faccio...”


Rodolfo Montuoro proprio non ama parlare di sé. “Sono allergico alle autobiografie, preferisco presentarmi con la musica che faccio”, spiega. E tanto ci basti. Di lui sappiamo che è nato a Catanzaro e che vive a Milano da tanti anni. “Tanto che le mie origini calabresi sono più che altro una vaga nostalgia”. Ah, già, di lui sappiamo pure che è uno dei più promettenti rocker della scena indie italiana. A detta degli esperti, uno dei musicisti da tenere d’occhio. Due album osannati dalla critica alle spalle – “a_vision” del 2006 e “Hannibal” del 2008 – e un terzo lavoro... a puntate. Nel senso che i mini-album online “Orfeo” e “Lola”confluiranno in un disco vero e proprio, “Nacht”.


Se non sbaglio, è tedesco e vuol dire “notte”. Sei notturno?

Di notte riesco a essere più attento e vigile perché tutto diventa possibile. La notte è un luogo, pericoloso e magico allo stesso tempo. “Orfeo” inaugura un ciclo che parla di questo.


Non mi sembri però il tipo che va molto per locali.

Mi piace la conoscenza geografica: so il dove e il quando dei concerti e delle serate più interessanti ma non sono un collezionista di eventi.


Come mai stai facendo un disco a rate?

È un lavoro in progress: si fanno i pezzi e li si rende subito disponibili online. Così si può avere anche un riscontro immediato dal pubblico. E questo produce idee. Le reazioni all’uscita di “Orfeo”, per esempio, hanno suggerito una serie di spunti che diventeranno influenti alla “tappa” successiva. Quindi viva Internet!


Se ti sentissero le case discografiche...

Io vivo il web come un’opportunità. La crisi di cui tanto si parla riguarda più che altro le major; mentre la diffusione della musica su internet sta crescendo molto. Stiamo assistendo alla democratizzazione non solo nell’ascolto, ma anche nella produzione della musica. E c’è la possibilità di avere uno scambio continuo tra pubblico e artisti, senza le mediazioni dei canali distributivi. Insomma, è un momento di grande avventura.


Vedo che sei ottimista.

Diciamo che sono affetto da un invincibile e disperato ottimismo. I ragazzi promettono bene, sanno come utilizzare questi nuovi strumenti di comunicazione. Certo, in un simile pandemonio c’è sempre il pericolo di perdersi ma i vantaggi sono maggiori dei rischi. Inclusa la possibilità di sfuggire ai vari ordini politici e sociali del mondo. Stanno insomma crescendo le “piraterie” che mettono in discussione questi ordini.


Ma c’è qualcosa del mondo di oggi che non sopporti?

Appunto, la politica. Perché è rimasta lontana dal presente. Non mi sento rappresentato e vedo che questo mio sentimento è sempre più condiviso. Inoltre, mi infastidisce l’ottusità, l’incapacità di cambiare, di mettere in discussione i propri punti di riferimento. L’ottusità è una trappola che toglie libertà. E questo genera paura. Quella di vivere esperienze nuove, di fare nuovi incontri, di perdere quello che si ha.


Un tuo difetto?

Sono terribilmente insofferente verso le cose che non mi interessano.


Cioè non te le fili proprio...

È un grosso difetto, lo so. Devo assolutamente correggerlo... Mi ha anche creato problemi, diciamo così, di diplomazia quotidiana. Perché questa mancanza di interesse da parte mia si nota. Eccome se si nota!


Persone offese?

Questo no, perché comunque cerco sempre di mettermi nei panni degli altri. Però è come se fossi sempre in bilico, cercando di svicolare da quello che non mi interessa. Poi, nel momento in cui cade la mia attenzione..., beh, con la testa sono già altrove.


Alessandro De Michele, “Fox Uomo”, 2008.

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